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Viva il culo della spigolatrice di Sapri e la fava dei bronzi di Riace

Viva il culo della spigolatrice di Sapri e la fava dei bronzi di Riace

La prima domanda che ci viene in mente è proprio questa, perché ci scandalizziamo per il culo, seppur coperto, della spigolatrice di Sapri ma paghiamo il biglietto del museo per andare a vedere e fotografare i bronzi di Riace con la fava al vento?

Questo post vuole essere provocatorio, quindi state calmi!

C’era un tempo in cui l’arte era semplicemente arte. C’erano delle metropoli in espansione da adornare con statue, tempi pagani e cristiani da riempire di sculture in marmo di Carrara, basiliche e chiese da rendere magnifiche grazie ad affreschi, castelli o dimore nobiliari dove esporre immensi dipinti. Le piazze, le strade principali delle città erano piene di statue enormi, bellissime, quasi reali. Nessuno si sognava di polemizzare su questa o quell’opera d’arte. Ci fu un periodo storico durante il quale il nudo nelle opere non era ben visto, ma fortunatamente ne siamo usciti in fretta.

Poi, dopo secoli di storia e di nuove forme d’arte, sono arrivate man mano nuove scoperte, nuove invenzioni. Abbiamo inventato la radio, la televisione, le automobili, siamo andati sulla Luna e in fondo all’oceano. Di pari passo anche l’arte si evolveva.

Poi, la fine di tutto. E’ arrivato internet, sono arrivati i social, sono arrivate le Boldrini e le polemiche inutili.

Si fa a gara a chi si indigna per la prima cazzata che ci viene in mente, il tutto per spostare qualche like sui social e con la speranza di spostare anche qualche voto alle elezioni. Fallendo miseramente.

 

La spigolatrice di Sapri

Torniamo sull’assurda polemica sulla statua della spigolatrice di Sapri. La storia ormai è nota a tutti, da quando è stata inaugurata la statua in onore della spigolatrice di Sapri, commissionata allo scultore Emanuele Stifano, è iniziata la polemica. “Troppo sexy”, “sessista”, “procace”, “troppo provocante”, queste alcune delle critiche arrivate tramite i social o tramite illustri esponenti parlamentari.

Sinceramente queste polemiche hanno stufato tutti ed ancora più stancante è il fatto che anche tutti i giornali ci debbano ricamare il proprio articolo.

Da sempre le statue e i dipinti hanno raffigurato uomini e donne con un bell’aspetto, dalla Venere del Botticelli ai Bronzi di Riace, dal David di Michelangelo alla scultura della Notte posizionata sopra il sarcofago di Giuliani de’ Medici, e ancora dalla Venere Pudica al Galata morente o dalla Venere e Cupido di Diego Velázquez al Fauno Barberini.

La statua della spigolatrice, nonostante sia vestita, ha delle curve troppo evidenti? Chi può dire cosa è “troppo” quando si parla di un’opera artistica? Chi può permettersi di criticare l’opera stessa di un artista? Quando un artista crea qualcosa non esistono dei canoni da rispettare, dei limiti entro i quali operare, dei paletti da non superare. Esiste solo la sua mano, la sua immaginazione e la sua bravura.

Ovviamente il titolo di questo post era meramente provocatorio. Sappiamo che ammirare una statua non vuol dire fermarsi solo a ciò che il nostro occhio vede, ma testimoniare la storia, il racconto e la storia dietro quel simbolo.

Però a voi, che ritenete offensiva la forma femminile di una statua, resta solo la noiosa retorica della Boldrini. Tenetevela.

kito

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