In questa serie di post sulle “truffe fantastiche e dove trovarle” vi scriverò di alcune fregature messe a punto da truffatori, che alcuni definirebbero dei veri e propri maghi del settore.
Chiarisco da subito che una truffa è ovviamente un reato, può essere più o meno grave, ma pur sempre di un reato si tratta e quindi è giusto punire chi lo perpetra. Anche se, in alcuni casi specifici, le vittime sono super ricconi che spendono cifre folli per oggetti, cibi e bevande, come nel nostro caso (beh un po’ lo devo ammettere che fare il tifo per il truffatore mi viene quasi spontaneo).
Primo volume: SOUR GRAPES
Ma veniamo alla nostra storia. Il protagonista è tale Rudy Kurniawan, un ragazzo di origini indonesiane, all’apparenza un benestante. All’epoca dei fatti cercava di entrare nel giro che conta delle aste per vini pregiati. Lui personaggio carismatico, ricco collezionista di vini con una passione sfrenata per i vini della Borgogna, inizia a farsi notare in giro per gli USA partecipando alle aste dei vini pregiati, alle quali era presente l’élite dei collezionisti. In questo modo piano piano, asta dopo asta, bottiglia dopo bottiglia, il nostro protagonista riesce ad entrare di diritto nella sopra citata cerchia di ricconi in fissa per i vini pregiati.
Da dove arrivasse la sua ricchezza in effetti era un bel mistero, ma visto che poteva permettersi di spendere certe cifre gli altri non si posero più di tanto il problema.
Da compratore a venditore
Fu in questo modo che ben presto Rudy si fece un nome, come collezionista di vini. In questo modo passò da semplice compratore a stimato e affidabile venditore di vini pregiatissimi. Tanto è vero che la Acker Merrall & Condit, società d’aste, realizzò, vedendo il suo vino, il record mondiale di 35 Milioni di dollari per vini messi all’asta.
Fin qui tutto bene direte voi, chiunque ha il diritto di spendere i propri soldi come meglio crede. Peccato però, ad esempio, che nel 2008 in un noto ristorante di Manhattan si tenne una vendite di bottiglie di Domaine Ponsot Clos Saint-Denis appartenute appunto dal buon Rudy. Addirittura datate 1945, 1949 e 1966, quindi di grande valore e che fecero incassare cifre astronomiche. Tutto bene, fino almeno a quando i produttori del suddetto vino, quindi i proprietari del vigneto dove viene prodotto, fecero notare a tutti che quel particolare vino non era mai stato prodotto prima del 1982.
1982!
Una truffa con i fiocchi e controfiocchi!
In sostanza il caro Rudy non solo truffava ignari compratori, ma anche case d’asta e ristoranti, talmente arroganti oppure semplicemente sprovveduti, che nemmeno controllavano le annate.
Su questa storia è stato prodotto un documentario, dal titolo originale Sour Grapes tradotto in italiano Vino Amaro visibile su Netflix. Davvero ben fatto, non solo per la ricostruzione della storia, per la presenza di scene vere, ma anche e soprattutto a mio avviso per una serie di esempi reali di personaggi spocchiosi, arroganti nonché superficiali che si auto-definiscono intenditori di vini pregiati. I quali in realtà di vini non capiscono una emerita mazza. Ricconi con troppa stima di se stessi, truffati da un ladro che non ha fatto altro che sfruttare la loro arroganza, credendo che sborsare cifre folli per singole bottiglie, sia di per se certificato di qualità.
Non mancano infatti scene reali dove alcuni di questi fantomatici intenditori, messi nella giusta location, con la giusta ragazza di belle presenza, il giusto sommelier sicuro di sé stesso che versa bicchieri da bottiglie con etichette pregiate, ma in realtà contenenti vino di pessima qualità. E quelli che se lo gustano come fosse il più buono che avessero mai assaggiato!
Una parte sconvolgente del documentario, quella con immagini vere di casa del caro Rudy piena di bottiglie vuote, etichette pregiate evidentemente contraffatte e litri su litri di vino scadente destinato a riempire le suddetto bottiglie alle quali poi applicava le suddette etichette. Facile, semplice all’apparenza una truffa così scontata da essere impossibile.
Per concludere, il nostro Rudy non faceva altro che sfruttare l’arroganza di questi ricconi, talmente convinti di conoscere il vino buono e pregiato, ma che alla prova pratica non sanno nemmeno distinguerlo dall’aceto.
Questo ci sia di insegnamento: per sapere quale vino è buono, bisogna davvero averne bevuto molto di quello cattivo. Altrimenti senza termine di paragone vi fregano facilmente!
Appuntamento alla prossima “Truffa fantastica e dove trovarla”.