Sud America a fumetti – parte 3
Sud America a fumetti - parte 3
Lo sconosciuto
Quando si parla di opere che superano la definizione di fumetti per diventare qualcosa di più complesso, con varie sfaccettature, ”L’uomo che uccise il Che”, uscito nel 1983, ne è un esempio ben riuscito. Realizzato da Magnus, che ne curò interamente testi e disegni, fu pubblicato con periodicità dilazionata nel tempo e fa parte della serie “Lo sconosciuto”. Opera che si può definire l’avatar fumettistico dell’autore, con una storia ambientata proprio in Sud America.
La serie de “Lo Sconosciuto”
“Lo sconosciuto” è un mercenario che non sempre esce vincitore nelle sue avventure, portando con sé segni profondi come memoria delle vicissitudini passate. Un’opera complessa, ricca di sfaccettature, un misto fra romanzo e saggio ben documentato.
La trama de “L’uomo che uccise il Che” ambientata in Sud America
Ma adiamo per ordine. Abbiamo a perno della vicenda un uomo detto “El lugubre“, ex medico dell’esercito che fu presente alla cattura del Che nel 1967. Oggi diventato un narcos al centro di un grosso traffico di coca, di cui poi anche lui ne divenne schiavo. L’uso prolungato della droga lo porta sul punto di fumare cocaina, che in lui risveglia fantasmi del passato mai sopiti. Relative al giorno della cattura del Che, rimembranze e paranoia lo spingono a raccogliere documenti, analizzandoli in maniera ossessiva. Lì si intrecceranno mercenari, finti giornalisti e guerre tra narcos, nelle quali “lo sconosciuto“, che dovrebbe esserne il protagonista, viene ritagliato ad un ruolo marginale, di poche pagine, come a far intendere di essere solo una pedina nella grande scacchiera dell’intrigo internazionale. Nel fumetto troviamo, oltre a splendidi disegni, anche pezzi scritti a macchina (quasi a rendere partecipe il lettore della documentazione), le interviste della giornalista sulle condizioni del Venezuela di quegli anni. Troviamo anche un diverso stile di disegni fatti a linea chiara, per rievocare le battaglie, il diario del guerrigliero, ricordi che “El lugubre” vuole mettere a fuoco, ma non riesce. Ormai totalmente allo sbando, in una realtà troppo grande, che non può gestire e tanto meno capire.
Questa è la grandezza di un ottimo autore: rendere il fumetto come un mezzo destinato a qualcosa di più della semplice narrazione.
Dandovi appuntantamento al prossimo episodio, vi lascio il link e gli altri articoli sui Fumetti.