Oggi voglio raccontarvi di un calcio di punizione improbabile. Dopo la storia di un record olimpico improbabile, rimanendo in tema sport voglio scrivere di questo gesto, che a modo suo definirei eroico.
Mondiale di Calcio 1974
Siamo al Mondiale di calcio nel 1974. La squadra del protagonista di questa storia è lo Zaire, nazione che oggi si chiama Repubblica Democratica del Congo. Dopo aver vinto nello stesso anno la Coppa delle Nazioni Africane, la squadra dell’allora Zaire si qualificò per il mondiale che si svolse nella Germania Ovest.
Inseriti nel girone di qualificazione con Jugoslavia, Scozia e Brasile, gli africani partirono male. Collezionando due sconfitte con Scozia (2-0) e Jugoslavia (9-0) si presentarono alla terza ed ultima gara con il Brasile non proprio con il morale alle stelle.
La gara contro la squadra carioca si giocò a Gelsenkirchen il 22 Giugno. All’85° minuto l’arbitro fischia un calcio di punizione a favore del Brasile, al limite dell’area di rigore dello Zaire. Si stava apprestando a batterlo Rivelino, specialista dei calci da fermo.
Ed ecco qui che il protagonista di questa storia compie un gesto a prima vista incomprensibile. Joseph Mwepu Ilunga terzino destro zairese, si trovava a formare la barriera davanti al suo portiere. Quando l’arbitro fischiò Ilunga uscì dalla barrirera e calciò via il pallone il più lontano possibile.
Ovviamente venne ammonito dall’arbitro, ma la partita terminò con il risultato di 3-0 a favore dei brasiliani. Il gesto di Ilunga, apparentemente senza senso, sembrò quasi comico come se il difensore non conoscesse le regole base del gioco.
La ragione di quel gesto
Solo nel 2002 Mwepu chiarì quello che era successo quel pomeriggio, svelando una realtà che all’epoca nessuno conosceva: lo Zaire in quegli anni era governato da Mobuto Sese Seko, considerato uno tra i dittatori più sanguinari e feroci della storia, salito al potere in Zaire con un colpo di stato del 1960. Mobuto considerava il calcio come mezzo di affermazione e prestigio a livello internazionale. Dopo aver perso malamente le prime due gare di quel mondiale, Mobuto minacciò i giocatori africani, se avessero perso più di 3-0 contro il Brasile avrebbe ucciso tutti i giocatori e le loro famiglie.
Con quel gesto sconsiderato, per alcuni addirittura buffo e inspiegabile, in realtà Mwepu stava cercando di salvare la propria vita, quella dei suoi compagnie e di tutti i loro familiari.
A mio avviso possiamo parlare di un vero e proprio eroico gesto improbabile.