Storia di inutili politici: Se non sei credibile imponi il controllo
Storia di inutili politici: Se non sei credibile imponi il controllo
Ci sono politicanti attuali, gli statisti 2.0, quelli che hanno studiato [forse] la Costituzione Italiana su Topolino, che oggi rinnegano le basi della libertà di pensiero e democrazia per la loro mania del controllo. I nostri padri costituenti non erano degli stolti, anzi, ragionavano, dialogavano, si confrontavano con impeto e con calma, ma alla fine quello che ne è uscito dall’assemblea costituente è un capolavoro che in molti inutili politicanti di oggi ancora non capiscono.
Mi soffermo sull’articolo 67 della Costituzione Italiana, quello sul vincolo di mandato. Un articolo che non è mai piaciuto a chi è stato plasmato in laboratorio con la mania del controllo nei confronti di liberi deputati e senatori eletti sulla base di idee, programmi, credibilità personale e visione politica, non solo in base a simboli di partito, come piace credere a molti, perché la differenza la fanno le persone che ci mettiamo nelle istituzioni e non a quale simbolo portano voti e visibilità.
Se i padri costituenti hanno inserito quel preciso articolo dopo il periodo fascista il motivo è proprio quello di non ripetere più gli errori del passato.
Ma facciamo un po’ di esempi, così il discorso è chiaro a tutti.
Mettiamo che un partito acquisisca molto consenso sulla base di alcune convinzioni del tipo: MAI con i partiti, MAI alleanze, niente auto blu e i nostri ministri viaggeranno in treno in seconda classe per stare a contatto con i cittadini, niente soldi pubblici, ecc.
Mettiamo che lo stesso partito dica MAI con Salvini perché ci chiama terroni, MAI col PD perché è il partito di Bibbiano che vendeva i bambini.
Mettiamo che sempre lo stesso partito ad un certo punto vuole andare al potere ma non ha i numeri e quindi inizia la prima alleanza con il partito di Salvini (lo stesso che li chiamava terroni). In questo governo vengono nominati dei ministri, e quei ministri, poverini, non possono viaggiare in treno in seconda classe, hanno bisogno dell’auto blu! Poi, come accade nei matrimoni di convenienza, l’alleanza politica con Salvini si infrange. A quel punto, sempre lo stesso partito, che fa? Un’altra alleanza con l’altro partito, quel PD di Bibbiano col quale due mesi prima non sarebbe mai andato, ma si sa, la paura di tornare ad essere un pinco pallino qualunque fa novanta! Se poi questo partito deve fare delle riunioni non di governo ma di partito e non ha una sede che fa? Affitta una grande sala riunioni? Un tendone? Un parcheggio? Video conferenze? No! Usa le sale istituzionali della Camera dei Deputati o del Senato o di Palazzo Chigi, pagate con i soldi pubblici che mai e poi mai avrebbero toccato, sfruttando il personale pagato sempre con soldi pubblici, per fare mera attività di partito (perché farsi una sede come tutti gli altri partiti era troppo complicato).
Ora la domanda è: se in questo partito qualcuno dice “Siamo stati eletti dicendo A, ma dopo essere stati eletti abbiamo fatto B, io vi mando a quel paese e lascio il partito pur rimanendo nelle istituzioni, per continuare a lavorare alle stesse battaglie” chi ha torto? Chi deve farci il piacere di starsene zitto? Chi ha la faccia come il culo e non si vergogna a aver cambiato totalmente le carte in tavola?
Se siete un minimo normodotati, vi renderete conto anche voi che i dementi che vogliono azzardarsi a modificare o cancellare l’articolo 67 della Costituzione Italiana con questi presupposti non dovrebbero neanche lontanamente stare a sedere in quegli scranni. Non ne sono degni.
La propria libertà di pensiero, quella per la quale sono morti i nostri nonni durante il fascismo e durante la seconda guerra mondiale non si può cancellare per il volere di pochi ed inutili bimbiminkia che giocano a fare i capetti politici e gli statisti.
Tutta questa storia dei cambi di casacca non può essere riassunta con tale semplicità. Ci sono motivi di mera convenienza personale o di giochetti di palazzo che vanno condannati, come i vari Scilipoti o Razzi, e poi c’è l’esatto contrario, cioè coloro che per rispetto verso sé stessi e i propri ideali di libertà di pensiero non si fanno controllare da nessuno e vanno elogiati (soprattutto per la gogna mediatica alla quale questi personaggi, messi tutti nello stesso calderone dell’idiozia, sanno di andare in contro con la loro decisione).
Se poi ci mettiamo anche la recente modifica costituzionale che agisce populisticamente sul numero di parlamentari e non intelligentemente sulla qualità dei parlamentari eletti, questo discorso è ancora più rilevante. Ma non ci aspettavamo nulla di più elevato dai signorotti dell’honestà.
Conclusioni
Ci sono leader e progetti credibili che non hanno bisogno di imporre il controllo ma che hanno la totale lealtà e fiducia delle persone che liberamente ne prendono parte. Poi ci sono i codardi e gli approfittatori, quelli che ti controllano e ti ricattano per assicurarsi la tua obbedienza.
Voi da che parte stareste?
Vi lascio con un editoriale di Christian Rocca de Linkiesta per approfondire l’argomento.