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Quando c’erano gli Emo

Quando c'erano gli Emo

Se nei primi anni 2000 avevate un’età compresa tra i 14 e 18 anni, avete vissuto il periodo d’oro di quando c’erano gli Emo

In realtà la sottocultura Emo, come ci ricorda Wikipedia, è un movimento nato a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso. Inizialmente era legato in modo indissolubile ad un certo stile di musica, ma poi negli anni il termine Emo ha raggiunto un significato più ampio. Capelli neri, ciuffi che coprivano gli occhi, trucco pesante e smalto nero, meglio se mangiucchiato, lo stile inconfondibile degli Emo. Almeno nel periodo d’oro appunto, individuabile in un arco di tempo che copre i primi anni 2000.

Emo (pronuncia: /ˈiːmoʊ/) è un termine inglese nato per identificare una subcultura giovanile emersa negli Stati Uniti, in particolare a Washington D.C., tra gli anni ottanta e novanta. Essa deriva direttamente dal genere musicale emo, da cui ha preso ispirazioni e caratteristiche, ma anche dal punk rock e da altri generi di musica alternativa.

Wikipedia

Quella emo, dunque, è una sottocultura musicale derivante dall’emocore (“emotional hardcore”); le band così definite avevano l’obiettivo di “emozionare” gli ascoltatori con la loro musica. Con il veloce dilagare della moda però non si è trattato più solo di un fenomeno musicale bensì di qualcosa di più complesso che riguardava il mondo adolescenziale, ma non solo.

Quando c’erano gli Emo: l’apice della sottocultura Emo

Proprio il giorno di Halloween del 2006 usciva un disco che segnò la generazione degli Emo-Kid degli Anni Zero: The Black Parade dei My Chemical Romance, concept album in cui un ragazzo, nominato come Il Paziente, racconta la sua vita prima di arrivare a compiere il gesto estremo.

Inoltre in particolare con la ribalta, tra i tanti, di gruppi come i Tokio Hotel, i My Chemical Romance e i Paramore, la cultura Emo ebbe il suo maggior momento di gloria. Indimenticabili e indimenticati (sic!), soprattutto per le ragazze, i Tokio Hotel erano una vera e propria mania in particolare per il front man Bill Kaulitz.

Nella scena artistica nostrana come non citare i dARI, gruppo originario di Aosta, che nel 2008 conobbero il successo grazie al singolo Wale (tanto wale) che fu pubblicato per la prima volta su YouTube.


Ma che fine hanno fatto gli Emo?

Il loro declino è avvenuto tanto rapidamente quanto la loro ascesa; anche se non esiste un anno ben preciso, sicuramente possiamo affermare che l’inizio della fine avvenne dopo il 2010. Gli emo sono scomparsi, o meglio, si sono evoluti in altre culture e subculture. Ad esempio moltissimi degli ex emo si sono lasciati trasportare dalle tendenze Hipster: barbe lunghe, occhiali grandi, piercing e capelli sempre perfetti. Al fascino della moda è davvero difficile resistere.

Quando c’erano gli Emo: e i Tokio Hotel che fine hanno fatto?

Dopo essere stati acclamati come i Beatles nel lontano 1965 e dopo 10 milioni di copie vendute (chapeau, anche se per me come il mercato della musica premi certi artisti, rimane un mistero) sono ancora in attività. Hanno pubblicato in tutto sei album, tra periodi di pausa e di grande attività, come il 2017, che vede dare alla luce l’ultima fatica Dream Machine, album legato a un tour di 29 date in 14 paesi europei. Anche il loro stile si è decisamente allontanato da quello Emo, avvicinandosi a quello hipster-vintage. Basti guardare la copertina di Dream Machine, uscita direttamente dagli anni ’80.

Tokio Hotel 2017
Bill Kaulitz agli esordi come front-man dei Tokio Hotel
Capone

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