La storia poco conosciuta della donna partigiana che terrorizzò i nazisti: Niuta Tajtelbaum
Quando la rivolta del ghetto di Varsavia scoppiò, il 19 aprile 1943, non furono solo gli uomini ebrei a decidere di prendere le armi contro i tedeschi. Anche alcune giovani donne ebree combatterono nella battaglia di cinque settimane, prima che la schiacciante superiorità dei tedeschi travolgesse gli insorti.
Soprannominate “haluzzenmadein”, una parola macedonia dall’ebraico e dal tedesco, affascinavano e terrorizzavano i nazisti in egual misura. Delle vere e proprie eroine antinaziste.
Una delle più notevoli fu la combattente partigiana ed eroina antinazista Niuta Tajtelbaum. Ecco la sua storia.
Io sono una ebrea. Il mio posto è nella lotta contro i nazisti per l’onore del mio popolo e per una Polonia libera
Niuta Tajtelbaum
Combatté tenacemente nella rivolta del ghetto, facendo fuori un nido di mitragliatrici pesanti waffen SS e attaccando l’artiglieria tedesca che stava martellando il ghetto.
Tuttavia, Niuta si era già costruita una formidabile reputazione a Varsavia, come combattente clandestina nella Guardia Popolare comunista, uccidendo un gran numero di ufficiali delle SS, attaccando cinema e caffè frequentati dai nazisti e sabotando le linee di rifornimento tedesche.
La vita
Le poche fotografie che rimangono di Niuta, suggeriscono l’innocenza che le hanno permesso di avvicinarsi abbastanza alle sue vittime, per poi premere il grilletto senza pietà alcuna. Tuttavia, non offrono alcun accenno alla sua natura contraria, anche ribelle, né al profondo pozzo di coraggio da cui ha attinto.
Niuta nacque nell’ottobre 1917 a Łódź, da una famiglia chassidica. Ma alla fine rifiutò questa devota forma di ebraismo.
Al liceo si unì a un gruppo comunista illegale, ma dopo che la polizia rivelò la sua appartenenza fu espulsa da scuola. Nonostante ciò, fu ammessa all’Università di Varsavia. Pochi mesi prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, si laureò in storia e psicologia.
Sotto copertura
I dettagli della sua breve vita sono pochi, ma la sua campagna personale contro i tedeschi esemplificò i valori dell’eroismo, del coraggio, della giustizia, della lealtà e del patriottismo, ingranditi nel crogiolo dell’occupazione. Conosciuta come l’eroina di Varsavia, usò il suo fascino femminile e gli occhi azzurri di ghiaccio per distrarre gli ufficiali delle SS, prima di eliminarli a sangue freddo.
Entrò nel quartier generale della Gestapo, nel distretto di polizia di alta sicurezza di Varsavia, vestita da contadina polacca con un fazzoletto in testa. Con uno sguardo innocente chiese di un certo ufficiale, il suo obiettivo, perché aveva bisogno di discutere con egli su una “questione personale”. Supponendo che fosse incinta, le guardie le diedero un pass per l’edificio e le dissero dove trovare il suo “fidanzato”. Entrò in un ufficio privato e sparò allo stupito tedesco in testa, con una pistola dotata di silenziatore.
La leggenda che si è costruita intorno aggiunge il dettaglio che abbia sorriso alle guardie, che distratte dal suo sguardo innocente l’hanno fatto salire.
In un’altra operazione uccise due ufficiali della Gestapo e ne ferì un terzo. Dopo che l’agente ferito è stato portato in ospedale, si travestì da medico, ed entrò in ospedale uccidendo sia l’agente della Gestapo sopravvissuto che la sua guardia.
Durante la Seconda Guerra Mondiale
Poco prima dell’occupazione del ghetto da parte dei nazisti nell’estate del 1942, entrò a far parte della Guardia Popolare, l’organizzazione di resistenza armata del Partito Comunista Dei Lavoratori Polacchi.
A causa del suo aspetto, le fu ordinato di lasciare il ghetto e andare dal lato “ariano”, dove adottò lo pseudonimo di Wanda Witwicka. Il suo compito era quello di contrabbandare armi nel ghetto ebraico. All’interno costruì una cellula di resistenza ebraica e insegnò alle donne come usare le armi.
Nel 1942, Niuta fu coinvolta nel sabotaggio del trasporto ferroviario nazista alla periferia di Varsavia, interrompendo le rotte di rifornimento tedesche verso il fronte orientale. Gli attacchi furono parte di una più ampia campagna contro le infrastrutture ferroviarie tedesche, condotta dall’Esercito Nazionale e dalla Guardia Popolare.
I tedeschi hanno ritenuto responsabile la Guardia Popolare e hanno reagito con brutali ritorsioni. Il 16 ottobre impiccarono 50 “sabotatori comunisti” polacchi e li lasciarono sulla forca per un’intera giornata come deterrente.
Questo a sua volta portò alla vendetta della Guardia Popolare. Sotto la guida di Niuta, un gruppo entrò in un club di ufficiali tedeschi nel centro di Varsavia e uccise quattro ufficiali e ne ferì 10. Nel gennaio 1943, Niuta piantò una bomba al cinema Kammerlichtspiele in Marschallstrasse, come fu chiamata Marszałkowska durante l’occupazione.
Divenne oggetto di paura e fascino tra i tedeschi. Tuttavia, poiché la sua identità era un mistero, si riferivano a lei semplicemente come “Little Wanda with the Pigtails.” Infuriati per la sua campagna di omicidi e sabotaggi, offrirono 150.000 zloty per informazioni che portassero alla sua cattura.
Dopo la rivolta del ghetto, andò sotto copertura nella parte “ariana” di Varsavia e prese parte ad ulteriori campagne di sabotaggio.
La morte
Quando tornò nel suo appartamento il 19 luglio 1943, la Gestapo la stava aspettando. Ha cercato di suicidarsi, ma non ha avuto il tempo di ingoiare la fiala di veleno.
Fu interrogata per settimane a Pawiak, la prigione della Gestapo a Varsavia. I suoi aguzzini la sotto sottoposte a torture bestiali e alla fine la uccisero. Tuttavia, non tradì nessuno dei suoi compagni partigiani.
Nel secondo anniversario della rivolta del ghetto, il 19 aprile 1945, fu insignita dell’Ordine della Croce di Grunwald, terza classe.