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Le Stelle Marine sono praticamente corpi senza testa

Introduzione

Le stelle marine sono affascinanti creature marine che popolano i fondali oceanici di tutto il mondo. Con la loro forma unica e la varietà di colori e dimensioni, le stelle marine catturano l’immaginazione di chiunque abbia la fortuna di avvistarle. Questi incredibili invertebrati marini svolgono un ruolo cruciale negli ecosistemi oceanici e hanno alcune caratteristiche sorprendenti che vale la pena esplorare.

  1. Diversità delle stelle marine: Le stelle marine sono una grande famiglia di echinodermi, con oltre 2.000 specie conosciute. Variano notevolmente in dimensioni, forma e colore. Alcune stelle marine possono essere piccole come una moneta, mentre altre possono superare i 50 centimetri di diametro. I loro colori spaziano dal classico rosso o arancione al blu, al verde e persino al nero. Ogni specie ha adattato la sua forma e il suo colore all’ambiente in cui vive.
  2. Anatomia delle stelle marine: Le stelle marine hanno una struttura corporea distintiva. Il loro corpo è a forma di stella, da cui deriva il loro nome. Tipicamente, hanno cinque braccia che si irradiano dal centro del corpo. Queste braccia sono ricoperte da piccoli tubercoli o spine, che svolgono un ruolo nella protezione del corpo e nella locomozione.

Le stelle marine hanno uno scheletro interno composto da placche calcaree, che forniscono loro sostegno e resistenza. I piccoli piedi tubolari, chiamati podi, rivestono la parte inferiore delle braccia e contengono ventose che consentono alle stelle marine di aderire alle superfici e muoversi lentamente.

  1. Alimentazione: Le stelle marine sono predatori opportunisti che si nutrono di una varietà di prede, come molluschi, crostacei e detriti organici. Utilizzano i loro podi e le ventose per afferrare le prede e quindi esporre il loro stomaco attraverso la bocca, che si trova sulla parte inferiore del corpo. Questo processo di alimentazione può richiedere diversi giorni per completarsi, a seconda delle dimensioni della preda.
  2. Riproduzione: Le stelle marine possono riprodursi in modo sessuato o asessuato. La riproduzione sessuata coinvolge la liberazione di uova e sperma nell’acqua, dove si verificano fertilizzazione ed embrioni che si sviluppano in larve planctoniche. Queste larve alla deriva alla deriva nell’oceano prima di trasformarsi in giovani stelle marine.

La riproduzione asessuata può avvenire attraverso la divisione o la frammentazione del corpo, che dà origine a nuove stelle marine. Questo processo può essere innescato da lesioni o tagli accidentali.

  1. Ruolo negli ecosistemi marini: Le stelle marine svolgono un ruolo significativo negli ecosistemi oceanici. Mantengono le popolazioni di organismi come i molluschi sotto controllo, prevenendo la sovrappopolazione. Inoltre, contribuiscono al ciclo dei nutrienti marini attraverso il loro consumo di detriti organici.
  2. Minacce e conservazione: Purtroppo, molte specie di stelle marine sono minacciate da fattori come l’inquinamento, l’acidificazione degli oceani e la perdita di habitat. La conservazione degli ecosistemi marini è fondamentale per proteggere queste creature e garantire la loro sopravvivenza.

Gli scienziati dicono che le stelle marine sono essenzialmente teste senza corpo che vagano nel’ oceano.

Ma come si sono evolute queste creature così strane?

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, ha scoperto che le stelle marine sono essenzialmente teste senza corpo che si sono adattate a vivere sul fondo marino. Gli autori hanno analizzato il genoma di 12 specie di stelle marine e hanno trovato che hanno perso molti dei geni che controllano lo sviluppo del corpo degli altri animali.

In particolare, le stelle marine hanno perso i geni che formano il mesoderma, lo strato di cellule che dà origine a muscoli, ossa, organi interni e altri tessuti. Invece, le stelle marine hanno mantenuto i geni che formano l’ectoderma, lo strato di cellule che dà origine alla pelle e al sistema nervoso.

Questo significa che le stelle marine sono in realtà molto simili alle larve degli altri animali, che hanno solo due strati di cellule: ectoderma ed endoderma. L’endoderma è lo strato di cellule che dà origine al tratto digestivo e ad altri organi interni.

Le larve degli altri animali passano attraverso una fase chiamata gastrulazione, in cui si forma il mesoderma e il corpo assume una forma più complessa. Le stelle marine, invece, saltano questa fase e rimangono in uno stato larvale per tutta la vita.

“Le stelle marine sono essenzialmente delle teste senza corpo”, ha detto il co-autore dello studio, il professor Andrew R. Smith dell’Università della California a Berkeley. “Hanno perso la capacità di fare un corpo vero e proprio e si sono specializzate in una forma di vita molto semplice”.

Questa forma di vita semplice ha permesso alle stelle marine di colonizzare molti habitat diversi e di sfruttare le risorse alimentari disponibili sul fondo marino. Le stelle marine si nutrono di molluschi, coralli, spugne e altri organismi, usando le loro braccia flessibili per aprirli e portarli alla bocca.

Lo studio mostra che le stelle marine sono un esempio di evoluzione radicale, in cui un gruppo di animali ha perso molte delle caratteristiche comuni ai loro antenati e ha acquisito nuove adattamenti per sopravvivere in un ambiente diverso.

“Le stelle marine sono un caso estremo di come gli animali possono evolvere in modi sorprendenti”, ha detto il primo autore dello studio, il dottor Oleg Simakov dell’Università di Vienna. “Sono una testimonianza della diversità della vita sul nostro pianeta”.

Conclusione

Le stelle marine sono affascinanti e misteriose creature marine che meritano di essere studiate e protette. La loro straordinaria diversità, anatomia unica, comportamento alimentare e ruolo negli ecosistemi oceanici le rendono oggetto di interesse per gli scienziati marini e gli amanti della natura di tutto il mondo. Preservare gli habitat marini e ridurre l’inquinamento è essenziale per garantire che queste splendide creature possano continuare a vivere e prosperare nei nostri oceani.

Fonte: ScienceAlert

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