In questi giorni la società Kalashnikov ha presentato il suo nuovo modello per hipsters e per la cosiddetta Gen-Z, la generazione successiva ai Millenials, munito di un piccolo computer, telecamera HD, connesso a internet. Ma ne avevamo proprio bisogno?
Il Kalashnikov
Sicuramente tutti avrete sentito il nome di questa società negli anni, una delle società costruttrici di fucili da assalto più famosa al mondo. Infatti il suo prodotto principale, l’AK-47, ha fatto la storia delle guerre e continua a farla. Attualmente è l’arma preferita dei jihadisti, ma quest’arma ha più di mezzo secolo di storia.
Il primo modello di Ak-47 è stato progettato dal generale sovietico Mikhail Kalashnikov e fornito all’esercito sovietico nel 1948. Oggi il nome si applica ad almeno duecento tipi di fucili d’assalto AK. Secondo Michael Hodge, autore di AK47: the story of the people’s gun, al mondo potrebbero esserci 200 milioni di Kalashnikov, uno ogni 35 abitanti del pianeta.
Un po’ di caratteristiche
Con una fotocamera e un computer integrati, il fucile può insegnare ai suoi utenti a sparare. Simile a qualcosa che potrebbe essere trovato in un videogioco, incorpora anche un piccolo schermo, Wi-Fi e Bluetooth. Il piccolo computer interno offre anche una serie di funzioni di base, compreso un timer che registra il numero di colpi, il tempo, la velocità di fuoco e il numero di bersagli colpiti.
Ha anche una bussola incorporata e un modulo GPS che mostra la posizione dell’arma. Quando la batteria si esaurisce può essere caricata tramite il connettore USB sul lato.
Negli USA ci sono più armi che persone
“È la prima arma gadget. Il compito è attirare quella parte del pubblico che è nata con i gadget e non può immaginarsi senza di loro”, ha detto il direttore di Kalashnikov Dmitry Tarasov in un’intervista al quotidiano economico RBK.
Negli Stati Uniti ci sono più armi che persone. Un report del Congressional Research Service afferma che negli Usa circolerebbero 357 milioni di armi da fuoco contro una popolazione di soli 318,9 milioni di persone. Secondo il report, il 20% dei possessori possiede il 65% delle armi.
Spesso questo genere di armi finiscono nelle mani sbagliate. C’è chi ha visto troppi film di Bruce Willis e diventa Rambo quando deve premere il grilletto; chi, preso da un’irrefrenabile desiderio patriottico di difendere la propria nazione, se ne va in giro armato fino ai denti pronto a sparare al primo sospetto; c’è chi con evidenti disturbi psichici o dopo aver subito un trauma commette una strage in una scuola.
Ovviamente ciò non vuol dire che bisogna vietare le armi da fuoco. Possedere un’arma è un diritto dove concesso e se la persona che la possiede non nuoce agli altri non c’è nulla di male. E’ chiaro che bisogna fare più attenzione a chi vengono rilasciate le armi e a chi viene rilasciato il porto d’armi.
Nel momento in cui abbiamo perso il controllo sulla gestione delle armi è importante valutare come pubblicizzare un giocattolo che può togliere la vita ad un’altra persona. Riempire un’arma di gadget hitech super fighi non la rende meno pericolosa. Se finisce in mani sbagliate o inesperte lo diventa ancora di più perché incute nel possessore una sicurezza che non può essere demandata ad un display che ti dice come sparare.
Un’arma resta un’arma. Non dobbiamo mascherarla per renderla meno letale o più attrattiva. Negli USA le sparatorie di massa negli ultimi anni sono aumentate grazie a diversi fattori: la diffusione delle malattie mentali, la violenza associata alle discriminazioni etniche e persino la popolarità dei videogiochi. Costruire un fucile simile a quelli usati nei videogiochi e puntare proprio sulla fascia di mercato relativa alla GenZ, la stessa fascia di età che passa ore davanti ai giochi sparatutto è una buona mossa di marketing, ma era l’unica cosa che dovevamo evitare.
Se guardiamo i dati degli ultimi anni notiamo che tra marzo e luglio 2019 il mercato cresce del 94%. Altro dato importante è che il 40% dei clienti non aveva mai posseduto prima un’arma da fuoco. I fattori che hanno contribuito a questo nuovo record sono principalmente Covid, tensioni razziali ed elezioni.
Quello che serve quando si maneggia un’arma è maggiore auto-controllo e coscienza della pericolosità di quell’oggetto.
Fonti: Il Post, Borderonline, Dailymail