Il presente volume delle invenzioni da un futuro passato prende spunto dalla rivista “La Scienza Illustrata” del gennaio 1951. Partiamo con la citazione sotto, ispirata proprio dal nostro satellite.
Folle è l’uomo che parla alla luna. Stolto chi non le presta ascolto.
William Shakespeare
In questo numero della rivista di divulgazione scientifica “La Scienza illustrata”, viene trattato un argomento all’epoca molto in voga, ovvero il viaggio verso la Luna. Era il 1951 e ancora il nostro satellite sembrava fuori dalla nostra portata.
Come andremo sulla Luna?
Questo è il titolo dell’articolo che appare sulla rivista scientifica a proposito proprio di come saremmo andati sul nostro satellite. Nello specifico, l’articolo si interroga su quale sarà il mezzo con cui viaggeranno i primi umani verso la Luna. Già, perché le difficoltà da superare per poter uscire dall’atmosfera terrestre erano già note. Si conoscevano i limiti dei mezzi disponibili all’epoca e soprattutto si conosceva quali performance i razzi dovevano raggiungere per “sfuggire” all’attrazione gravitazionale terrestre.
Il razzo ad energia nucleare
Proprio così, l’autore dell’articolo (Sergio Beer, n.d.r.) giunge alla conclusione che nonostante i progressi fatti con i razzi a reazione durante la seconda guerra mondiale, in particolare dunque si riferisce ai razzi V1 e V2 dei nazisti, anche con la scoperta di nuove miscele di idrogeno e ossigeno difficilmente si potrà raggiungere la velocità necessaria per lasciare il nostro pianeta. Quindi la soluzione più praticabile è dotare i razzi di un motore che sfrutti l’energia nucleare.
Appare chiaro dunque che la previsione di svolta nucleare per il volo spaziale non è mai arrivata. Anzi, grazie al genio di Wernher von Braun, nonostante il suo passato da nazista, dopo che gli Stati Uniti gli concessero la grazia e lo misero a capo della Nasa e del progetto Apollo, sviluppò il razzo Saturn V. Il quale come vettore sarebbe in grado di dare la spinta necessaria per arrivare fino a Marte, senza usare energia nucleare.
Le novità della tecnica nel 1951
Proseguendo a pag. 46 e 47 della rivista “La Scienza Illustrata”, troviamo una sezione dedicata appunto alle novità della tecnica dell’epoca. Troviamo il “morsetto bloccante” e vari tipi di nuovi metodi per la saldatura sviluppati dalla FIAT.
Ma personalmente ho trovato molto interessante “l’idrocarburatore”, ovvero un carburatore per i motori a scoppio che miscela acqua e benzina, così che l’idrogeno aumentava il potere calorifero e l’ossigeno favoriva la combustione. Dissociando i componenti dell’acqua (idrogeno e ossigeno) permetteva un risparmio del 40% di carburante. Ma questa soluzione non ha avuto successo, dato che nessuna casa automobilistica lo usa al giorno d’oggi.