Questo post, che dovrebbe trattare dei miei fumetti preferiti, vorrei dedicarlo invece ad un personaggio in particolare. Dunque nelle righe seguenti non scriverò proprio di uno dei fumetti preferiti, ma sicuramente di uno dei miei personaggi preferiti: Cico.
Cico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales etc. etc.
Per gli amici e lettori semplicemente Cico! Premesso che Zagor non lo conosco benissimo, nelle sue oltre 700 avventure nell’arco di oltre 60 anni di pubblicazioni, vi confesso che non li ho letti tutti.
Storia editoriale
Il personaggio nacque come spalla comica di Zagor. Spesso succedeva all’epoca di usare gregari del genere per stemperare le ambientazioni delle avventure del protagonista. E magari, perché no, far fare qualche risata ai giovani lettori dell’epoca. Addirittura appare sin dall’inizio, nelle prime venti pagine del n. 1 della serie: lo vediamo intento ad ingannare un barman, con scarsi risultati. Da bravo messicano ha un ingombrante sombrero, che presto sparirà, il quale gli conferiva un aspetto più torvo. Col tempo diverrà più bonario, nel corso della tante avventure di tutta la serie.
Il personaggio
Con una comicità fisica (slapstik) come nei vecchi film, sempre affamato, si ritrova spesso nei guai o in situazioni assurde con altri personaggi comici e sopra le righe, da cui Zagor lo salverà svariate volte. Una fisicità che lo fa somigliare ad un paperino umanizzato, tratto che lo rende un personaggio allo stesso tempo buffo ma affatto scontato. Nel 1978 esce Cico story, uno spin off della serie (il primo della Bonelli) dove conosciamo le sue avventure prima dell’incontro con lo spirito con la scure.
La genesi e la vita
Ad esempio, si viene a conoscenza che è stato abbandonato per sbaglio da una famiglia numerosa, passando poi di mestiere in mestiere quando diviene adulto. Nel corso degli speciali diventa: giornalista, trapper, archeologo, fino a venire adottato da una popolazione di indiani del nord ovest. In uno degli albi dirà: “tutti mi considerate uno scansa fatiche e mangia a sbafo, ma mi sono dato da fare e ho fatto di tutto nella mia vita!“
Infatti si trova in situazioni diverse, in posti che non conosce, in un mondo dove gli americani non considerano i messicani come loro pari. Costretto a dover cominciare sempre da capo, per guadagnarsi da mangiare e vivere, caratterizzato dai suoi classici guizzi di comicità.
Opinione non richiesta [la mia]
Il personaggio mi colpisce perché a volte, con coraggio, salva la vita al protagonista della serie mettendo a repentaglio la sua incolumità. A mio avviso è un po’ come un avatar per il lettore, che si può identificare nell’umanità e goffaggine della spalla, al cospetto di quello che può essere l’unico protagonista. Mi ricorda molto un altro personaggio bonelliano, una spalla del protagonista anche lui, ma non di meno importante dell’eroe principale. Ovvero Groucho, di Dylan Dog.
Curiosità
Visitando la Sergio Bonelli editore, ho conosciuto l’attuale curatore della serie Moreno Burattini. Gli ho comunicato la mia straordinaria idea: visto il carattere fantastico e i multiversi di Zagor, sarebbe bello se si potesse fare un incontro impossibile con Groucho. Purtroppo mi ha comunicato in tutta risposta che non è possibile.
Ma chissà, mai porre limiti alla fantasia!
Vi lascio con una canzone di Graziano Romani, che raffigura bene il personaggio Cico.