Seppur dei mezzi di trasporto affascinanti, i dirigibili furono tragedie volanti annunciate
Il primo dirigibile fu costruito dal francese Henri Giffard, lungo 44 metri, era spinto da un’elica azionata da un motore a vapore. Fu la naturale evoluzione delle mongolfiere, mezzo che fece la sua comparsa nel 1738 proprio in Francia ad opera di Joseph-Michel e Jacques-Étienne Montgolfier (da qui il nome mongolfiera). Ovviamente questi primi mezzi di trasporto aereo erano molto pericolosi, potevano essere controllati solo quasi nella totale mancanza di vento. Questa caratteristica, sfortunatamente, ha accompagnato tutta la storia dei dirigibili; possiamo dunque affermare che si trattava di tragedie volanti annunciate.
Come funziona un dirigibile?
Il principio alla base del funzionamento, ovvero del poter librarsi in aria, dei dirigibili è abbastanza semplice. Si tratta del principio di Archimede: ogni corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso l’alto pari al peso del volume di fluido spostato. È ovvio che il dirigibile, volando immerso in quella miscela di gas chiamata aria che avvolge la Terra, avrà una spinta ascensionale (P) pari al peso dell’aria che occupa il suo volume (V) meno il peso della sua struttura (Q) e del gas che lo riempie. Siccome l’aria al livello del mare pesa poco più di 1 kg/m3, occorrono grandi volumi di gas leggeri per sollevare anche solo pesi modesti.
Un passo avanti fondamentale nella progettazione e costruzione dei dirigibili avvenne intorno al 1897. Un inventore ungherese, David Schwarz ebbe l’intuizione giusta: invece di usare dei palloni fatti di strati di tessuto, suscettibili a forature, bisognava usare un materiale più resistente. Tipo l’alluminio. Purtroppo il dirigibile costruito proprio da Schwarz fallì miseramente, poiché collassò su se stesso durante l’atterraggio. Ma il principio alla base dell’idea era buono, un passo nella giusta direzione.
Il periodo d’oro del dirigibile: il ‘900
Proprio nell’anno 1900 arriva la svolta decisiva che trasforma il dirigibile in un mezzo di trasporto commerciale, sia per passeggeri che merci. In quell’anno Ferdinand von Zeppelin inventò il dirigibile ad armatura rigida, che andò a sostituire gli antichi palloni aerostatici a zavorra. Questa decisiva modifica della struttura dei dirigibili, permise di costruirne di grandi dimensioni, capaci di attraversare l’Atlantico con a bordo 100 passeggeri.
Purtroppo anche i modelli del’inventore tedesco von Zeppelin, se pur migliorati e più resistenti, non erano il massimo in fatto di affidabilità e sicurezza. Il numero degli incidenti documentati a partire da quell’anno, che hanno coinvolto dirigibili in tutto il mondo, non è affatto diminuito. Vere e proprie tragedie, dato che trasportavano un numero superiore di passeggeri.
Nel nostro paese
A questo punto credo sia doveroso accennare alla storia della mongolfiera prima, dirigibile poi, nel nostro Paese. Sì perché uno dei pionieri italiani del volo aerostatico fu il conte Paolo Andreani, che nel 1784 a bordo della mongolfiera, commissionata dal conte stesso agli architetti Gerli, volò per quasi mezz’ora coprendo 6 miglia e raggiungendo un’altezza di circa 1500 metri prima di atterrare.
Successivamente nel ‘900 rimangono memorabili le imprese dell’esploratore e generale dell’Aeronautica Militare Italiana Umberto Nobile (1885-1978), che con dei dirigibili semi rigidi sorvolò il Polo Nord. Per ben due volte, rispettivamente nel 1926 e nel 1929. Purtroppo nella seconda spedizione, compiuta con il dirigibile “Italia” costruito dall’Aereonautica Italiana, precipitò sui ghiacci del Polo perdendo parte dell’equipaggio. La tragedia pose fine all’impiego operativo dei dirigibili militari italiani.
La tragedia dell’Hindenburg (1937)
La carriera in ambito commerciale dei dirigibili fu relativamente breve, dato il numero elevato di incidenti, alcuni dei quali coinvolsero anche dirigibili militari. Il colpo di grazia del trasporto passeggeri, lo diede appunto la tragedia dell’Hindenburg su Lakehurst nel 1937. Era un modello all’avanguardia, uno Zeppelin tedesco, è stato il più grande oggetto volante costruito. Ma tutto questo non bastò, e il 6 maggio 1937 in fase di atterraggio a Lakehurst, in New Jersey, prese improvvisamente fuoco e si schiatò a terra, completamente distrutto nel giro di mezzo minuto.
La perdita di vite umane, che si aggiunsero al già alto numero di vittime di altri incidenti, mise fine alla fiducia da parte del pubblico nei dirigibili, che furono definitamente sostituiti dagli aeroplani.
Oggi
In ogni caso, date le particolari caratteristiche del mezzo aereo, tutt’oggi i dirigibili sono usati in ambito civile per pubblicità, riprese cinematografiche e a scopo scientifico per osservazioni. Inoltre le innovazioni tecnologiche (che hanno reso il volo notevolmente più sicuro) e le attuali attenzioni per l’ambiente (il dirigibile inquina sicuramente meno di un aeroplano) hanno fatto in modo che la ricerca nel campo continuasse, rendendolo ancora un utile mezzo di trasporto.
In fondo, a chi non piacerebbe fare un volo in dirigibile? Ve lo confesso: a me, no!