Fumetti LGBT+ | MW
Fumetti LGBT+ | MW
Le opere del maestro Osamu Tezuka sono riconosciute universalmente come dei capolavori. MW è una di queste ed è inoltre bene ricordare come fosse molto visionaria per l’epoca in cui è stata scritta, nella metà degli anni ‘70.
Storia editoriale
Il manga venne pubblicato per la prima volta nella rivista Big Comics tra il 1976 e il 1978, in Italia li troviamo in due volumi editi dalla J-pop. Nel 2009 ne sono stati realizzati due adattamenti live action: una pellicola cinematografica con Hiroshi Tamaki ed un film TV con Takeru Satō, entrambi diretti da Hitoshi Iwamoto, intitolati rispettivamente MW e MW Chapter 0: Akuma no Game.
La trama
Siamo nel 1975 e 15 anni prima all’incirca è successo un fatto sconvolgente. Nell’isola di Okino Mafune una fuga di un gas per uso bellico, conosciuto con l’acronimo MW, viene sperimentata dagli USA e uccide i suoi abitanti con la compiacenza del governo giapponese. Sopravvivono solo due ragazzi: Mikio e Joe, quest’ultimo fa parte di una banda di delinquenti giovanili che governa l’isola.
Decide così di salvare il femmineo Mikio, quando Joe è incaricato di sorvegliarlo in una grotta e tra i due sorgerà una tenera amicizia. Usciti dalla grotta assisteranno al massacro perpetrato verso gli abitanti del luogo e ne rimarranno sconvolti. Li troviamo dopo qualche anno cresciuti: Joe si è convertito diventando Don Garai, un prete cattolico, e Mikio l’innocente ragazzo lavora in banca ed è un abile attore del teatro Kabuki, ma è ossessionato dagli sconvolgenti eventi passati.
Diventa vendicativo e vuole sterminare i responsabili della strage fino al desiderio di distruggere l’umanità, utilizzando anche la seduzione nei confronti di ambo i sessi. Don Garai da par suo lo coprirà, poiché Mikio confessa al prete le proprie malefatte. Spesso si unirà a lui in un rapporto carnale, facendo in modo che l’amico sia suo complice. Assisteremo così alla lotta fra il bene e il male, che si confondono fino ad essere inscindibili.
Dell’opera di Tezuka, la modernità della trama, molto avanti per l’epoca, risulta sconvolgente e innovativa. Come in una scena in particolare che riguarda Don Garai che, sconvolto, decide di confessare alla direttrice di un giornale i crimini di Mikio. Ma in fondo non lo vuole tradire e confesserà solo il suo rapporto con lui. La direttrice capisce la situazione sentimentale, ma il prete scapperà piangendo e indispettito per tutte le falsità che tiene dentro se.