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Fumetti LGBT+ | Kerry Kross

Fumetti LGBT+ | Kerry Kross

In questa versione del Mercoledì a fumetti, continuiamo ad esplorare i fumetti LGBT+. Il terzo di cui scriverà il nostro esperto è Kerry Kross.

Questa volta scriverò di un fumetto non proprio eccelso a mio parere, ma comunque a suo modo molto significativo: Kerry Kross. Realizzata da Max Bunker per i testi e graficamente da Dario Perrucca.

Kerry Kross – Storia editoriale

La serie nasce nel 1994, la prima serie si compone di 11 albi a cadenza mensile. Si chiude per scarso successo e polemiche, come riporta lo stesso Bunker nell’editoriale della serie, dovuta alla smaccata omosessualità della protagonista. A onor del vero la protagonista è stata disegnata oltre che da Perrucca, anche da altri disegnatori ma purtroppo in malo modo. La seconda del 1998 di 21 albi, contiene le prime 11 storie precedenti (fortunatamente ridisegnate) più la continuity, ma chiude anche questa con scarso successo. La protagonista poi avrà alcune grafic novel e comparsate in altre serie.

Kerry Kross – Il personaggio

E’ un investigatrice privata, ex FBI, manesca, agile e con un’infallibile mira di texana memoria. Decide di diventare agente FBI dopo la morte prima del fratello per overdose, poi della madre e in sequenza del padre (roba che neanche in una telenovela messicana).

Infine finisce con una scheggia conficcata nel cervello dovuta ad un fallito attentato. Miracolata ma comunque sopravvissuta, i medici non sanno se in futuro potrà spostarsi o causare la morte. Per questo motivo la detective si butta a capofitto nel pericolo, pensando di non avere più nulla da perdere.

Omosessuale dichiarata, ha un grande amore che non si è mai scordata e che ritroverà: Melania Reynolds.

Le due si rincontreranno, dopo la morte del marito di quest’ultima, e dovranno crescerne la figlia insieme. Diventano così la prima coppia di fatto adottiva di una figlia nel panorama del fumetto italiano. Osteggiata dalla ex suocera di Melania, una vecchia signora in carrozzina che ricorda la signorina Rottenmeier.

Conclusione + opinione non richiesta

Il fumetto è molto eccessivo in scene di azione, comunque godibili e a volte ha sceneggiature non proprio eccelse. Un Max Bunker non più bravo come una volta, la psicologia dei personaggi e il mondo lgtb (va ricordato che in quegli anni non esisteva questa definizione) non è ben caratterizzato.

Però il buon vecchio Bunker riesce ancora a scoccare le sue frecce dall’arco, parlando di temi come coppie di fatto e adozioni, in un epoca in cui tale argomento, almeno in Italia, non veniva minimamente considerato.


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Marco Guerrucci

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