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Fumetti LGBT+ | Gea e Sigfrido

Fumetti LGBT+ | Gea e Sigfrido

Il nostro esperto di fumetti torna a scrivere dell’eroina di Luca Enoch, Gea, ma questa volta incentrandosi sul suo coprotagonista, Sigfrido.

Quando Luca Enoch approdò alla Bonelli Editore, negli anni ‘90, portò una grande innovazione sia per quanto riguarda sia la parte grafica che che seriale. In particolare con la mini serie Gea.

La serie, composta di 18 volumi, ha come protagonista una adolescente, come la precedente creatura di Luca Enoch, Spray Liz. Come ho già scritto nel mio precedente articolo su Gea (se non lo avete letto, potete farlo qui) la protagonista della serie è un baluardo a difesa del nostro mondo terreno, da incursioni di creature trans-dimensionali, provenienti dal multi-verso.

Fantasia ma anche tematiche reali

La peculiarità di questa serie è quella di raccontare storie di fantasia, legate a tematiche sociali attuali oggi come ieri. In pieno stile Enoch. In questo articolo approfondirò il comprimario della protagonista, molto particolare per l’epoca appunto, un ragazzo di nome Sigfrido.

Il co-protagonista

Sigfrido è un ventenne che aiuta un amico fisicamente disabile, Leonardo. Quest’ultimo è batterista nella band di Gea. Sigfrido invece è un palestrato, ex-giocatore di hockey, periodo nel quale si guadagnò il soprannome di orca, dato il suo agonismo in campo. Gay dichiarato, vive la sua sessualità alla luce del sole.

Opinione non richiesta

Enoch ha inventato un personaggio assolutamente innovativo per il panorama fumettistico italiano e, soprattutto, Bonelliano. Ai tempi infatti la casa editrice era spesso ferma ai sui vecchi schemi, invece il buon Sigfrido appare molto lontano da macchiette e luoghi comuni sui gay. E se qualcuno lo offende, sa menar le mani! Vive in maniera trasparente ed è un omosessuale realistico, lo vediamo manifestare il suo disappunto ad un cantante rap omofobico quando, in collaborazione con i suoi amici, incitano il suddetto rapper a fare stage diving. Per poi non riprenderlo, facendolo cadere rovinosamente dal palco (scena spassosissima).

Uno dei miei momenti preferiti, che definiscono bene il personaggio Sigfrido, è quando lo vediamo parlare con Gea, confrontandosi con lei sulla sua personale definizione di orgoglio. In fondo all’articolo potete trovare alcune vignette tratte dell’albo, che possono far capire come al mondo ci sia più bisogno di tolleranza.


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Marco Guerrucci

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