Il manga Devilman pubblicato in Giappone tra il 1972 e il 1973, la cui trasposizione televisiva ha riscosso un grande successo anche nel nostro Paese, è ispirato dalla Divina Commedia
Le origini
Kiyoshi Nagai noto come Gō Nagai è l’autore di Devilman, sia anime che manga, ma tra le sue opere più importanti c’è sicuramente Mazinger Z e Mao Dante. Ecco, proprio quest’ultima è considerata la precorritrice di Devilman, uscita nel 1971 ma rimasta incompleta. Nel 2007 fu proprio Gō Nagai a dichiarare che, per la creazione di Mao Dante e Devilman, prese ispirazione da un’edizione della Divina Commedia di Dante Alighieri, illustrata da Gustave Doré, che aveva letto da bambino.
Di recente ho letto il manga di Gō Nagai e mi ha piacevolmente stupito, difatti è molto diverso dalle mie rimebranze infantili. Ma facciamo un passo indietro e parliamo della trama a grandi linee. Questa ruota su tre personaggi: Akira Fudo (il protagonista), Ryo Asuka e Miky Makimura. Akira è un ragazzo timido e impacciato, Ryo – il suo amico – è il figlio di un esploratore, il quale attraverso un manufatto fa una scoperta agghiacciante. Ovvero che in un’era risalente a prima del Pleistocene, i demoni erano padroni della Terra, molto prima della comparsa dell’uomo. Ryo allora avverte Akira che i demoni vogliono rimpossessarsi della Terra, per farlo vogliono trasformare quest’ultimo in Devilman: metà uomo e metà demone.
Il modo in cui esso si trasforma avviene superando le regole morali, attraverso un rito basato su balli hippy e droghe. Superata questa barriera si fonde con il demone Amon, Akira si trasforma anche moralmente diventando un ragazzo interessante per Miky, la quale si ritrova attratta da esso.
La trama si evolve e scopriamo che Ryo non è quello che sembra, e il genere umano si ritrova in un conflitto contro i demoni che ne cambierà la storia facendo emergere le peggiori violenze. Nasce dunque un corpo speciale antidemoni, che ricorda molto l’inquisizione.
Il finale è sconvolgente e non lo rivelo, per non rovinare la sorpresa. Posso solo dire che il rapporto con Miky verrà distrutto.
Riflessioni [mie]
Questo manga può ricordare uno shōnen, ma la trama si evolve e diventa qualcosa di più profondo come appunto l’inferno di Dante. A differenza del anime non ci sarà lieto fine, il lettore così si troverà faccia a faccia con la malvagità umana. Ma d’altronde come diceva William Golding, autore del Signore delle mosche, “L’uomo produce il male, come le api producono il miele”. Ed è questo particolare che ne fa un capolavoro.
Curiosità
Nel 1997 uscì Devillady, manga creato sempre dalla fantasia di Gō Nagai, che poi ha avuto anche una trasposizione televisiva nel 1998. La protagonista questa volta è un’insegnante giapponese, ex campionessa olimpionica di nuoto, di nome Jun Fudo e può trasformarsi in una mostruosa eroina chiamata Devil Lady.