La televisione ormai è come se fosse un membro di famiglia; è presente nelle case di moltissimi italiani già dal famosissimo e un po’ datato Carosello. Tuttavia i programmi crescono e mutano insieme a noi. Non occorre una laurea in scienze dello spettacolo per intuire che la cronologia della televisione passa dal bianco e nero al colore, oppure dal muto al sonoro. Anche il settore in sé “spettacolo” nella cronologia muta: all’inizio generalmente era molto selettivo e si orientava soprattutto su arti come ballo, canto e recitazione.
Oggi invece ci sono una moltitudine di programmi, canali, materie, ecc. Infatti non manca trasmissione televisiva per ogni aspetto della vita e con “simpatica prepotenza” la cucina è una di queste sfere vitali che ha riempito tantissimi palinsesti.
Le trasmissioni di cucina sono davvero una miriade, citiamone qualcuna: da La prova del Cuoco condotta da Antonella Clerici alle varie edizioni di MasterChef, i 4 ristoranti capitanati da Alessandro Borghese fino a creare dei veri e propri canali dedicati interamente al cibo. Salvo pochi notiziari e intervalli pubblicitari uno di questi canali, che riscontra notorietà, è Food Network.
Grazie a tutto ciò le ricette e gli ingredienti oltre ad essere argomento di conversazione (come sono sempre stati) sono diventati anche intrattenimento, gare, scambi di opinioni, conoscenza di culture e tradizioni estere. Dobbiamo alla cucina tantissimo amore per la nostra vita e presenzia anche al di fuori dello schermo televisivo. Infatti proprio lì, al di fuori dello schermo televisivo, nelle case, nelle strade, nei locali, il mondo diventa il nostro palcoscenico e noi tutti diventiamo “i divi”. Anche nel caso dei cuochi, così come sono tanti i cuochi “televisivi” sono altrettanti i cuochi “non televisivi”.
Tra questi possiamo citare lo chef Sergio Coghe, originario della terra di Sardegna, vanta una carriera pluriennale ai fornelli. Anche lui è rimasto ad un passo dalla famosa “Stella Michelin” purtroppo non raggiunta causa vicissitudini soprattutto collegate ad un periodo difficile come quello della pandemia. Per quanto sia maestoso arricchire le proprie conoscenze con gli ingredienti e le ricette estere, non trascuriamo la nostra bella nazione. Lo chef Sergio dalla sua Sardegna riesce a portare in Piemonte i piatti della tradizione sarda proprio in una delle vie centrali di Torino presso il Ristorante Sardegna di via S.Donato dove è stato titolare per circa tredici anni. Successivamente si sposta nella provincia, creando la Piccola Osteria Sardegna. Approfittando del periodo di recessione legato al covid decide di dedicarsi una pausa per creare un “Ricet-diario” Le ricette dello Chef Sergio Coghe Essere uno Chef VS Fare lo Chef: Storie e Aneddoti di una pluriennale Carriera.
Ricettario un po’ diverso dalla classica raccolta di ricette perché oltre alla bio dello Chef ed aneddoti c’è uno spazio interamente dedicato al lettore che può aggiungere le proprie annotazioni, le proprie modifiche alle ricette ed uno spazio dedicato alle ricette amate dai personaggi dello spettacolo come per esempio la Casserole’s John Wayne oppure il piatto preferito di Walter Elias Disney o i famosi panini di Elvis e molte altre curiosità.
Come Sergio Coghe sono tantissimi i titolari di ristoranti situati in ogni città d’Italia. Stato che va valorizzato con o senza le luci psichedeliche della notorietà televisiva, lungi interessi commerciali o subdole mosse considerando anche che lo chef Sergio Coghe al momento non ha un locale, dedicandosi al catering ed eventi privati.
Tuttavia citare la storia di Sergio Coghe è stata una scelta per prendere ad esempio proprio il contenuto della citazione di sottotitolo del suo Ricet-diario Essere uno Chef VS Fare lo Chef , molte trasmissioni ci aiutano a “fare” o riprodurre ricette ma indipendentemente dal risultato che può essere più o meno professionale e fare più o meno belle figure culinarie, l’importante è ricordarsi quanto siamo importanti sia come “divi della nostra vita“ al di fuori dello schermo TV e sia come italiani con le nostre ricette sia tradizionali che innovative, con tutta la nostra ricchissima storia.
Non dimentichiamoci del nostro immenso patrimonio culturale e non dimentichiamoci mai del verbo “amare” anche in “cuciniAmo”.