Abortion

di Angela Tambaro

Questa è una storia che non andrebbe mai raccontata, perché pura e fragile come il petalo di un fiore. L’aborto è intriso nella storia di molte di noi, storie mai raccontate, dalle svariate strade che hanno portato a quella scelta. Non son poche quelle che hanno seppellito un figlio in un luogo, nascosto e fiorito, della loro anima. E quante volte ci siamo sentite dire “In fondo era solo un grumo di cellule” … “È stata una semplice selezione naturale” … “Dai, la vita è lunga ne farai un altro”.

Ogni affermazione di questo tipo, è responsabile di quella ferita che ancora sanguina, perché non ha fatto che gettare, parola dopo parola, cumuli di terra su quel minuscolo corpo che sembrava dover essere dimenticato il più rapidamente possibile. La mancanza di sensibilità che si genera intorno ad un lutto complesso come quello di un aborto, genera censura nelle donne che, improvvisamente, si trovano a dover decidere che “era meglio così” ed “ora basta parlarne perché si va avanti”.

Quell’addio brucia come una ferita infetta, inizia il rimorso di un incontro che non avverrà mai, il sognare come sarebbe potuto essere. Gli occhi del padre e il naso della madre, l’utopia di diventare una famiglia. E quella speranza che un giorno, quell’incontro ci sarà, la prossima volta che quelle linee blu incontreranno il mio cammino, in cui sarai nella mia stessa realtà, sarò pronta.

Tuttavia in quell’addio c’è la speranza che quel piccolo fagiolino sia felice, più di quanto lo si voglia per noi stesse.
Ed è per questo che in un luogo senza tempo una donna non divenne madre. Perché non sarebbe giusto portare una nuova vita in questo mondo quando dove nelle nostre trame ci son ancora molti fantasmi della vita che vissuta.

Si spera che quel piccolo puntino sia migliore di come noi siamo mai state, si prende consapevolezza che non si è in grado di piantare un seme fatto di amore e spontaneità in un giardino e sperare che cresca solo grazie ai sogni. L’amore e la spontaneità sono bellissime ma hanno davvero poco merito. E mentre si è piene di sogni questi non sono abbastanza per costruire un futuro migliore. Non da portarlo qui. Non in questo modo.

Soffrire è un diritto. Piangere è necessario. Parlare di ciò che realmente l’aborto è e comporta, imprescindibile.

Angela Tambaro

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