Giochi per PC che hanno fatto storia | vol. 4
Giochi per PC che hanno fatto storia | vol. 4
Il quarto volume della presente guida vi accompagnerà attraverso un piccolo viaggio a ritroso nel tempo all’epoca d’oro dei giochi per PC. Dopo aver parlato di Corridor 7: Alien Invasion, Sam & Max Hit the Road, MicroProse Grand Prix nei primi tre capitoli della guida, proseguiamo verso il quarto dei cinque giochi per PC che hanno fatto storia.
Vol. 4 The Secret of Monkey Island
The Secret of Monkey Island è la prima avventura grafica della saga di Monkey Island ed è stato prodotto nel 1990 da LucasArts (allora ancora Lucasfilm Games). Qui compare il protagonista assoluto di tutta la serie, Guybrush Threepwood, un giovane dal passato oscuro che giunge su una piccola isola dei Caraibi, l’isola di Mêlée, con un sogno da realizzare: diventare un pirata. Il gioco è permeato da una forte vena umoristica, basata su diverse battute e situazioni comiche, surreali, anacronistiche, con frequenti citazioni di altri titoli LucasArts e LucasFilm. È stato ideato da Ron Gilbert, con l’aiuto di Tim Schafer e Dave Grossman: gli stessi tre autori realizzeranno anche il seguito, Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge.
Versioni
Il gioco fu originariamente pubblicato nel 1990 in floppy disk per Atari ST, Macintosh e Personal Computer, dotato di grafica EGA a 16 colori (oppure in CGA a 4 colori). Fu una delle prime avventure grafiche (insieme a Loom) ad utilizzare un sistema di scaling dei personaggi, in grado di ingrandire o rimpicciolire le sprite in base alla loro posizione sullo schermo. Alcuni mesi dopo uscirono un’altra versione PC, dotata di grafica ridisegnata in formato VGA a 256 colori, e la versione Amiga, che utilizzava gli sprite della versione EGA con gli sfondi in VGA, ridotti però a 32 colori effettivi, e con arrangiamento musicale da parte di Chris Hülsbeck.
Un’ulteriore versione PC fu pubblicata nel giugno del 1992: questa volta in CD-Rom, sfruttava tracce audio e utilizzava una versione aggiornata dell’interfaccia grafica. La vecchia versione utilizzava infatti l’interfaccia già vista in titoli come Maniac Mansion e Zak McKracken and the Alien Mindbenders, dotata di dodici “verbi” e con inventario testuale. La nuova versione riduce i verbi a nove (eliminandone tre poco usati), e aggiunge le icone per gli oggetti nell’inventario. La versione CD-Rom sarà convertita per FM Towns e Sega CD.
Curiosità
#1. A cavallo tra il 21 e il 29 maggio del 2005 un gruppo di studenti della Hammond High School in Columbia (Maryland, USA) ha inscenato una riuscita rivisitazione teatrale di The Secret of Monkey Island. La brillante idea è stata partorita del giovane Chris Heady, capocomico della compagnia attoriale scolastica e fan sfegatato della serie, il quale riuscì peraltro ad ottenere dalla stessa LucasArts tutti i permessi e i diritti necessari alla concretizzazione dell’iniziativa.
#2. Forse perché troppo presi dall’irresistibile fascino dell’opera, in molti hanno trascurato per anni ed anni un piccolissimo particolare e cioè che, a tutt’oggi, nessuno sia ancora a conoscenza del famigerato Segreto di Monkey Island. Più volte interrogato a riguardo, Ron Gilbert non ha mai voluto svelarlo, rifiutandosi anche di accennare ai motivi che lo spinsero a non fornire alcun lume a riguardo nel corso dell’intera avventura. Malgrado il segreto rimanga ancora nascosto chissà dove, in molti giurano che esso avesse a che fare con i celeberrimi anacronismi che caratterizzavano l’ambientazione del gioco: elementi di scena, oggetti ed espressioni risalenti ad epoche ben più recenti rispetto ai fasti della Pirateria Caraibica. A fronte di questa tesi, altri sostengono invece che il segreto sia legato al reale significato del titolo del gioco: pare che “Monkey Island” sia il termine usato in gergo marinaresco per descrivere un’area di carico situata sul ponte dei moderni cargo navali.
#3. Gli Advenure punta & clicca targati Lucasfilm e LucasArts si distinguevano dalle opere dei grandi rivali della Sierra Online per l’assenza di sequenze che potessero determinare la morte del protagonista. Quello che può essere considerato a tutti gli effetti un vero e proprio marchio di fabbrica del brand, se non addirittura un dogma, veniva tuttavia infranto eccezionalmente proprio in The Secret of Monkey Island: lasciando il povero Guybrush sul fondo del mare per più dei 10 minuti previsti nella sequenza in cui veniva gettato in acqua con tanto di “palla al piede” nei pressi del molo di Meleè Island questi sarebbe in effetti affogato. D’altronde, affermando con orgoglio di essere in grado di trattenere il respiro per ben 10 minuti, il buon Threepwood era stato fin troppo chiaro sui propri limiti!
#4. Di tutti gli aneddoti legati a The Secret of Monkey Island, quello inerente al bizzarro nome del suo protagonista rimane senz’altro il più celebre e insospettabile. Come confermato da Ron Gilbert stesso, “Guybrush” fu un parto della mente di Steve Purcell (all’epoca coinvolto in veste di Graphic Designer, NdR) unendo il termine “Guy” (Tizio, NdR) con cui avevamo salvato il file di programma inerente al suo Sprite e la parola “Brush” che indicava il la particolare palette cromatica usata per l’occasione dai grafici che armeggiavano in DPaint. Quanto al cognome “Threepwood“, il tutto dovrebbe essere invece riconducibile ad una particolarissima competizione tra non meglio identificate unità di misura in forza ai vari membri del team. E pensare che, almeno in principio, Guybrush Threepwood un nome neanche doveva avercelo! In più di un occasione Gilbert ha difatti svelato che, nei suoi piani, quest’ultimo doveva giungere su Meleè Island in preda ad una micidiale e irreversibile amnesia!