Ci schieriamo: al Referendum voteremo NO!
Ci schieriamo: Voteremo NO al referendum sul taglio dei parlamentari
Ci avviciniamo al giorno del voto sul referendum costituzionale che prevede il taglio del numero dei parlamentari, previsto per il prossimo 20 settembre. Lo anticipiamo: VOTEREMO NO al taglio e lo argomentiamo.
Vogliamo essere liberi da preconcetti e visioni dogmatiche, dove chi vota sì lo fa per dare un duro colpo alla casta (ma quando mai), e chi vota no invece lo fa per spirito di conservazione contro chi minaccerebbe la democrazia (ma quando mai).
Una riforma è buona o brutta a seconda dei punti di vista, ma non buona o brutta tout-court. Per noi questa riforma è semplicemente insensata: si tratta di interrogarsi sul funzionamento della nostra democrazia, che come tutte le democrazie ha i suoi aspetti burocratici. I numeri (nell’immagine) ci parlano ora di una rappresentanza più o meno equilibrata tra le principali nazioni europee, ma con il taglio dei parlamentari la rappresentanza democratica italiana diminuirebbe in misura non indifferente: 1 parlamentare per ogni 100 mila abitanti. Non è un attentato alla democrazia, non viene meno il principio democratico ma, cosa non da poco, si ridurrebbe la rappresentanza territoriale per numero di abitanti e ciò si riverserebbe sul funzionamento della macchina democratica: già ora sentiamo i parlamentari poco vicini ai territori e alle loro esigenze (o non è così?), figuratevi dopo la riforma.
Ma a fronte di cosa si tagliano i parlamentari? Dicono quelli che la vogliono: a fronte di un risparmio economico. Ma rispetto al bilancio dello Stato è un risparmio esiguo! Ma davvero il risparmio va fatto sulla rappresentanza (principio democratico sostanziale) e non ad esempio, sui dicasteri, sulla burocrazia (investire sul digitale è, a sua volta, un risparmio economico), sulle decine di enti pubblici la cui funzionalità è dubbia e farraginosa, sullo stipendio stesso dei parlamentari, che ancora oggi fa tanto discutere? Queste voci vanno tutte bene? Non ci sono sperperi di denaro pubblico? Però vorremmo che al tempo stesso non si riducesse la discussione sul risparmio economico, favorevoli o contrari.
Quanto è povera la nostra azione politica, e le nostre idee sulla democrazia, se ci soffermassimo esclusivamente su questa voce? Sarebbe come dire che la politica è un’attività positiva e benefica quando chi la fa sa spendere, quindi risparmiare, meno degli altri. No: è la qualità che conta. È la qualità delle nostre azioni, la qualità delle nostre riforme, la qualità delle nostre idee, la qualità dei nostri investimenti, la qualità dei nostri servizi, la qualità della nostra rappresentanza (che attualmente è pessima). È la qualità l’obiettivo verso cui dobbiamo dirigerci. Invece vedo poca qualità e tanta, tanta semplicità.
D’altra parte chi ha voluto questa riforma costituzionale è quel partito che ha posto per sé stesso principi inderogabili e granitici per poi rinnegarli il giorno dopo. Non c’è qualità in tutto questo, solo tanta tanta arrogante semplicità.
Votiamo NO al referendum, e non perché la democrazia sia sotto minaccia, ma perché ci stiamo indirizzando verso una democrazia senza qualità.
Fonte: Federico Pizzarotti
Vi lasciamo anche un video di Milena Gabanelli dove vi fa notare che il vero spreco, che questo referendum non tocca neanche da lontano, sono tutte spese degli attuali e soprattutto degli ex parlamentari.
Conclusioni
Tutta questa “boiata” sul taglio dei parlamentari è semplicemente una campagna di marketing politico per permettere al 5s di non sprofondare nell’abisso dell’inutilità nel quali da soli ci si sono infilati.
Non so voi, ma io, come ho impedito con tutte le forze che Renzi stravolgesse la Costituzione Italiana nel 2017, non ci tengo a farla stravolgere di nuovo dal trio Di Maio-Casalino-Casaleggio.