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60.000 piccoli Brumotti in fila per sei

60.000 piccoli Brumotti in fila per sei

Notizia di pochi giorni fa: la Protezione Civile starebbe per lanciare un bando per reclutare la bellezza di 60.000 assistenti civici per monitorare il rispetto delle distanze sociali e l’uso delle mascherine durante la fase 2 dell’emergenza sanitaria per COVID-19 [fonte qui].

Altra notizia di pochi giorni fa riguarda l’inviato di Striscia la notizia tale Brumotti, che è stato aggredito a Milano da dei pusher, perché tentava di realizzare un servizio proprio sullo spaccio in zona Porta Venezia.

Il fatto è che non è la prima volta che il Brumotti viene aggredito per la stessa ragione [fonte qui].

Cosa ci incastrano le due notizie, vi chiederete voi? All’apparenza nulla. Ma analizzando più a fondo la storia del Brumotti scopriamo che non è la prima volta che viene aggredito (non voglio certo difendere gli spacciatori) ma se vai a provocarli che ti aspetti?

Mi sembra di poter dire che questo sia solo un modo superficiale di affrontare il problema, chi ci guadagna veramente, fidatevi, non sta in strada a spacciare.

A cosa servono quindi questi servizi? A togliere la droga dalle strade? Forse nell’intento sì, ma teniamo sempre a mente che alla fine è un mercato e in quanto tale se esiste un’offerta è solo perché esiste una domanda.

Servirebbe un’analisi più approfondita, cosa che non fa scalpore e sappiamo che il giornalismo scandalistico vive solo di superficialità.

Quindi a mio parere questo tipo di giornalismo serve solo per avere visibilità, non certo per combattere il problema. Anche il linguaggio usato, stile Barbara D’ Urso, mi lascia quella amara sensazione che all’autore in realtà non importi molto di risolvere il problema, ma solo di sfruttare il tutto per avere uno spazio mediatico.

E qui viene fuori quale sia il problema di “investire” dei semplici cittadini ad assistenti civici e se la motivazione che li spinge a candidarsi fosse la stessa che spinge il Brumotti a fare questo tipo di servizi, cioè avere in qualche modo “un quarto d’ora di celebrità”, capite da soli che disastro verrebbe fuori.

E magari a pagarne le conseguenza sarebbero i gestori dei locali che pagherebbero il conto più caro nel caso in cui vengano multati per colpa di una segnalazione fatta solo per una mania di protagonismo.

In sintesi quello che mi chiedo: abbiamo davvero bisogno di controlli da parte di persone spinte a fare solo quello? Io mi sentirei molto più tranquillo se i controlli fossero fatti dalle forze dell’ordine cioè polizia, carabinieri e vigili urbani comunque abituati a gestire certe situazioni e che sanno fare il loro lavoro e non da un Brumotti qualsiasi.

Capone

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